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Villa Bianchi

La Villa Bianchi è l’unica casa storica attualmente rimasta a Lioni. L’impianto costruttivo originale risale, con molta probabilità, alla fine del XVII secolo. Nel corso del tempo ha subito diversi interventi di ristrutturazione. L’attuale configurazione architettonica risale all’inizio del XX secolo e risente dello stile Liberty, tipico dell’epoca. Dopo il terremoto del 1980 è stata restaurata, così come la vediamo oggi.

All’interno conservano gran parte degli arredi originali e molte memorie dei componenti della famiglia Bianchi, tra i quali è degno di nota Francesco Bianchi, per molti anni sindaco di Lioni. Tra gli arredi più interessanti vi è un “altare da casa”, ovvero un grande armadio ligneo al cui interno, riccamente decorato, è sistemato un altare tridentino per la celebrazione della messa. Tra i documenti della casa, infatti, vi è un Indulto del Papa Benedetto XV, datato 26 marzo 1915, con il quale il Santo Padre concede al Sacerdote don Rocco Bianchi il permesso di poter celebrare la santa messa nella sua abitazione di Lioni, “ vita natural durante”. Molto interessante il giardino, censito tra i giardini storici italiani. Suggestiva è l’antica cantina, scavata nel tufo e rimasta inalterata nel corso del tempo. Molto bella è anche la grande cucina, con un imponente camino in pietra.

(Traduzione del testo in lingua latina dell’Indulto del Papa Benedetto XV in favore di don Rocco Bianchi)

“Venerabile confratello, salute e benedizione apostolica! Per motivi di salute, il figlio diletto Rocco Bianchi, sacerdote, ci chiede supplice l’indulto per la cappella domestica. Pertanto, dopo aver esaminato la tua commendatizia, assecondando un pio desiderio come questo, con la presente permettiamo a te, venerabile confratello, di concedere a tuo arbitrio e coscienza, in virtù della nostra autorità apostolica, al supplicante, vita natural durante, la facoltà per cui nella cappella privata della casa dove egli abita, casa sita nel territorio della tua diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, atteso che tale cappella sia stata costruita e riadattata con decoro, sia libera da ogni altra destinazione d’uso, previa ispezione e approvazione da parte tua, purché nella medesima casa non viga un’uguale facoltà concessa a qualcun altro e si abbia cura nel deliberare che di qui poi non venga al popolo cristiano, per quel che concerne il soddisfacimento del precetto festivo, un qualche danno, egli stesso possa officiare da solo oppure possa disporre che si celebri in sua presenza una sola messa da parte di qualsiasi altro presbitero ordinato come secolare oppure come regolare, con licenza dei di lui superiori, tutti i giorni dell’anno, anche durante le solennità, nessun giorno escluso, senza pregiudizio dei diritti parrocchiali e fatto salvo tutto quanto quello che deve essere fatto salvo. Tuttavia, la messa festiva, ogni qualvolta che il destinatario dell’indulto non possa officiarla, sarà in favore di nessun altro all’infuori di costui, nemmeno di un ministro dell’altare a implemento del mandato ecclesiastico. Infine, a tutti coloro che eventualmente partecipino alla messa in quella cappella, per generale indulto della Chiesa sarà concesso di accostarsi alla mensa eucaristica durante la celebrazione, purché non ci sia nulla in contrario.
Roma, San Pietro, sotto l’anello piscatorio, addì 26 marzo 1915, nel primo anno del Nostro pontificato.
Al venerabile confratello vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi e di Bisaccia
Per facoltà apostolica concediamo che il richiedente goda di quanto ha chiesto. Lioni, addì 6 aprile 1915 + Giulio, vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi e di Bisaccia”

Firmato per il signor cardinale Gasparri, segretario di Stato – Nicola Sebastiani incaricato dei brevi apostolici